Salvare le ossa
05 Maggio 2018

JESMYN WARD, SALVARE LE OSSA, NNE EDIZIONI è decisamente il più bel libro di questo 2018, almeno per ora, almeno per me. 

Jesmyne Ward usa una lingua nuda e cruda, eppure fluente e ammaliante, e ci trascina in una radura desolata dove crescono quattro fratelli abbandonati, perché la madre è morta partorendo l’ultimo, e perché il padre da allora non fa che bere per dimenticare. Chi racconta è l’unica femmina, Esch, che segue i fratelli come un ombra e fa tutto quello che fanno loro. “Camminavo, e Randall era il mio scudo, il mio manto caldo, mio fratello”. Questa fratellanza animale e predominante li porta a proteggersi l’un l’altro, a badare a loro stessi con un attaccamento e una lealtà meravigliosi, ma non li toglie ovviamente dai pericoli e dai guai dell’incuria. Lei comincia molto presto a darsi ai ragazzi che glielo chiedono, così, senza intenzione. “Il cuore caldo e umido che i ragazzi intravedevano sotto la mia corporatura mascolina, la mia pelle scura, la mia faccia anonima. Il mio cuore di femmina che, prima di Manny, avevo lasciato che i ragazzi si prendessero perché lo volevano, e non perché volevo darglielo. Glielo lasciavo prendere perché, per un attimo, ero Psiche, Euridice, Dafne. Ero amata. (…) Era più facile dargli quello che volevano invece che negarglielo, invece di lasciarmi vedere”.

Questa ragazzina pelle e ossa, vestita coi pantaloni e le t-shirt dei fratelli, a un certo punto si innamora di Manny, e allora “a vederlo mi sono sentita spaccare le costole, e il cuore, uscito dal suo bozzolo, ha spiegato le ali per volare via”. 

Il romanzo racconta i dodici giorni che precedono l’arrivo dell’uragano Katrina, che porterà desolazione e morte e dal quale poco si potrà fare per difendersi. A nulla serviranno le riserve di cibo o le finestre sprangate, perché Katrina inonderà le case e scoperchierà i tetti. Ma prima e dopo le vite di questi ragazzetti sperduti continuerà a pulsare prepotentemente: “la madre assassina che ci ha feriti a morte e tuttavia ci ha lasciati vivi, nudi, stupefatti e raggrinziti come bimbi appena nati, come cuccioli ciechi, come serpentelli appena usciti dal guscio, affamati di sole. Ci ha lasciati qui perché impariamo a camminare da soli. A salvare ciò che possiamo”. 

Jesmyn Ward è del 1977, insegna scrittura creativa a New Orleans e con “Salvare le ossa” ha vinto il National Book Award nel 2011. Ora finalmente NNE ha pubblicato questo capolavoro anche in Italia. Leggetelo, è pura meraviglia. 

 

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