Patria
29 Aprile 2018

«Da molto tempo non leggevo un romanzo così persuasivo, commovente, e così brillantemente concepito.» - Mario Vargas Llosa

Amando Vargas Llosa, non ho potuto che comprare il romanzo di cui elogiava le doti, che è “Patria” di Fernando Aramburu, nel quale mi sono persa per alcuni giorni, catturata dalla trama, dagli intrecci, dalla passione di questa storia toccante e vivida. Il libro è finalista al Premio Strega Europeo 2018 e vincitore del Premio Nazionale per la narrativa in Spagna, ed è edito in Italia da Guanda; conta ben 632 pagine. 

Questa la trama:
“Due famiglie legate a doppio filo, quelle di Joxian e del Txato, cresciuti entrambi nello stesso paesino alle porte di San Sebastián, vicini di casa, inseparabili nelle serate all'osteria e nelle domeniche in bicicletta. E anche le loro mogli, Miren e Bittori, erano legate da una solida amicizia, così come i loro figli, compagni di giochi e di studi tra gli anni settanta e ottanta. Ma poi un evento tragico ha scavato un cratere nelle loro vite, spezzate per sempre in un prima e un dopo: il Txato, con la sua impresa di trasporti, è stato preso di mira dall'ETA, e dopo una serie di messaggi intimidatori a cui ha testardamente rifiutato di piegarsi, è caduto vittima di un attentato. Bittori se n'è andata, non riuscendo più a vivere nel posto in cui le hanno ammazzato il marito, il posto in cui la sua presenza non è più gradita, perché le vittime danno fastidio. Anche a quelli che un tempo si proclamavano amici. Anche a quei vicini di casa che sono forse i genitori, il fratello, la sorella di un assassino. Passano gli anni, ma Bittori non rinuncia a pretendere la verità e a farsi chiedere perdono, a cercare la via verso una riconciliazione necessaria non solo per lei, ma per tutte le persone coinvolte. 

Con la forza della letteratura, Fernando Aramburu ha saputo raccontare una comunità lacerata, e allo stesso tempo scrivere una storia di gente comune, di affetti, di amicizie, di sentimenti feriti: un romanzo da accostare ai grandi modelli narrativi che hanno fatto dell’universo famiglia il fulcro morale, il centro vitale della loro trama”.
Io sapevo molto poco dell’Eta, ma in realtà l’Eta potrebbe essere la nostra mafia, o il fondamentalismo islamico, insomma qualunque organismo che spinge a compiere delitti in nome di un’ideologia insensata. La scia di sangue che lascia dietro di sé, le ragioni delle vittime ma anche quelle dei parenti del terrorista, la difficoltà di sopravvivere dopo un atto distruttivo, e ancora le relazioni fra le persone coinvolte: tutto salta in aria e tutto deve in qualche modo essere ricomposto. “Patria” è un romanzo straordinario perché riesce a farti riflettere e a farti vivere empaticamente tutti gli aspetti di questa intricata e dolorosa storia. Leggetelo!

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