IL DONO DELLA LIBERTA'
09 Novembre 2019

I miei figli sono grandi ormai. 

Pietro ha compiuto 31 anni, Tommaso ne compirà 29 fra poco. Sono tutti e due fuori casa da molto tempo, Tommaso si è sposato mesi fa e vive con Greta, Pietro gira per il mondo con passo lieve da almeno dieci anni.

Li sento, e grazie alla tecnologia li vedo anche se vivono lontani, e certo mi mancano, eppure il saperli felici mi rende felice.

Il vuoto della loro presenza c’è e fa male, ma ogni giorno mi dico che il dono più grande che un genitore può fare ai propri figli è quello della libertà.

Che significa non volerli incanalare nei propri piccoli mondi, non cercare di limitare la loro voglia di essere diversi da noi, non farli sentire in colpa se ci lasciano.

Sono orgogliosa di aver cresciuto due ragazzi che sono diventati uomini autonomi, indipendenti e liberi. Hanno scelto entrambi strade originali e difficili, e io ho imparato a rispettare ogni loro scelta, talvolta mangiandomi la lingua, talaltra incoraggiandoli e sostenendoli.

La fatica grande è mettere da parte i nostri desideri e le nostre proiezioni e accettare con animo accogliente tutto quello che da loro verrà. Il difficile è trovare la giusta distanza: non essere invadenti ma nemmeno assenti. 

Se ci si mette in ascolto, i nostri figli potranno insegnarci molto. Io da loro ho imparato tanto. Pietro è un esempio di coerenza e idealismo, Tommaso un maestro di rigore e rispetto. 

Erano i miei bambini, e sono contenta di averli sbaciucchiati e coccolati quando erano piccoli e finché se lo sono lasciato fare. Adesso la freccia è stata scoccata, e loro possono andare nel mondo senza fardelli e crucci.

Vorrei non pesare mai sulle mie creature, e quindi temo la vecchiaia e la malattia principalmente per questo, e trovo che un’uscita di scena prima che sia troppo tardi sia la soluzione migliore per tutti. 

È descritta magnificamente ne “Il colibrì” di Sandro Veronesi e mi ha fatto piangere forse proprio perché condivido l’idea di poter scegliere il nostro finale di partita. Senza pesare. Senza chiedere. Volando via in un soffio. 

E’ lo stesso tema che affronta Benedetta Barzini parlando col figlio regista in “La scomparsa di mia madre”.

Mai commiato fu più poetico e struggente. Perchè la libertà vale per i figli, ma anche per i genitori.

 

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